Baseball e Resistenza. Vi fu un punto di contatto? Una partita di baseball fra americani vide il responsabile del CLN sindaco di Como lanciare la prima palla

Baseball e Resistenza. Vi fu un punto di contatto?

Una partita di baseball fra americani vide il responsabile del CLN sindaco di Como lanciare la prima palla

di

Roberto Bugané

(L'articolo è stato pubblicato in "Quaderni di Sport", della Società Italiana di Storia dello Sopt, 2015, n. 5)

 

La diffusione del baseball nel mondo, a partire dagli inizi del XX secolo, certamente annovera fra i suoi principali responsabili le forze armate americane. Accadde anche in occasione della seconda guerra mondiale.
Le truppe americane, sbarcate nel luglio del 1943 in Sicilia, nei loro momenti libertà si dedicarono al loro passatempo nazionale, il baseball. Un gioco così strano interessò certamente i siciliani ma non se ne ha notizia. E’ invece conosciuta una foto scattata dal fotografo militare Phil Stern del U.S. Army 1st Ranger Battalion 1942-1943. Stern era sbarcato con la prima ondata di truppe a Licata il 10 luglio 1943. La foto ritrae due militari che stanno insegnando a battere una palla da baseball ad un ragazzino in canottiera e a piedi nudi alla stazione di Palermo. Singolare la somiglianza con una foto scattata da un altro fotografo in Inghilterra nel 1943. Si trattava certamente di occasioni nelle quali il desiderio dei soldati americani era quello di soddisfare la curiosità dei ragazzi, anche se qualche dubbio può essere sollevato dalla presenza di un fotografo ufficiale, ma forse lo scopo era solo folkloristico. Un giornale americano pubblicato in Italia in quei giorni, e di cui parlerò più sotto, diceva:
In ogni angolo d’Italia, dove c’è stato un passaggio di truppe americane, la gente ha potuto vedere i così detti “paesani” lanciarsi l’un l’altro, con grande divertimento, una palla bianca. “Buffi” ha detto qualcuno degli spettatori, “sciocchi” han detto altri. “Uomini grandi e grossi che giocano alla palla come ragazzini”. Il baseball può anche darsi che sia “buffo” ma “sciocco” non lo è di certo, a meno che non si vogliano chiamare sciocchi anche tutti gli altri sport più noti, dal calcio al rugby, dal cricket all’hockey. Perché il baseball non è né più né meno che uno dei maggiori sport mondiali e negli Stati Uniti sono così numerosi i suoi seguaci che è considerato senz’altro il “gioco nazionale”(1).
Si trattava della rivista Nuovo Mondo che iniziò le sue pubblicazioni il 19 marzo 1945 verso la fine del conflitto in Italia. Ne era responsabile l’Usis, United States Information Service. Si trattava di un giornale americano di propaganda, vi si alternavano articoli che trattavano la situazione politica mondiale, quella americana, la situazione del conflitto nelle varie parti del mondo in guerra con particolare attenzione al teatro italiano, articoli sulla vita americana e su quella italiana. Non è un caso che il primo articolo del primo numero portasse la firma del giornalista Walter Lippmann, vincitore di due premi Pulitzer, fosse dedicato al convegno di Yalta. In quell’occasione, nella speranza di porre in quel modo fine alle dispute fra nazioni, il mondo venne suddiviso in due grandi zone d’influenza, quella occidentale e quella orientale, di fatto influenza americana e influenza russa. L’Italia si trovava così ad essere una nazione di confine, sotto l’influenza americana ma con il più grande partito comunista del mondo occidentale. Il peso di questo partito fu chiaramente percepito proprio nella fase finale del conflitto ed immediatamente successivo alla firma dell’armistizio del 25 aprile 1945. Il comando alleato, ringraziate le forze partigiane per l’importante aiuto dato nella fase conclusiva del conflitto, chiese ai patrioti italiani di deporre immediatamente le armi consegnandole alle autorità militari. L’ordine venne accettato da tutte le formazioni partigiane tranne che da numerose formazioni di ispirazione comunista, in particolare in Lombardia in provincia di Como.

 


Questi partigiani per scendere dai monti chiedevano denaro ed un futuro lavorativo. Ma non solo. Il clima si era fatto molto pesante e spesso si verificavano vendette private e violenze gratuite ad opera di elementi di queste formazioni. Su questo problema dovette molto lavorare il colonnello Charles Poletti, capo dell’Allied Militay Government dal momento dello sbarco in Sicilia. Era un italoamericano la cui famiglia proveniva dalla provincia di Novara. Cercò in ogni modo di convincere i gruppi restii. Poletti giunse a Como il 6 maggio 1945 preceduto da un comunicato del sindaco comunista di Como che diceva:

Alle forze armate anglo-americane, per il contributo decisivo alla liberazione della Patria, dobbiamo dimostrare la riconoscenza per il sangue da esse versato per la nostra causa. Non servilismo ma riconoscimento del merito effettivo …(2)

Era chiaro che in questa situazione era fondamentale conquistare il favore dell’opinione pubblica ed il giornale Mondo Libero operò in questa direzione proponendo le meraviglie della vita sociale americana in tutti i suoi aspetti. Di Mondo Libero vennero pubblicati 16 numeri, l’ultimo il 15 ottobre 1945. Ebbene, in così pochi numeri trovarono spazio due articoli dedicati al baseball occupando 4 pagine, riconoscendo così a quello sport la funzione di rappresentante di tutto lo sport a stelle e strisce. Un articolo era dedicato alla descrizione del gioco, un altro a quella che il giornale volle identificare come la prima partita di baseball giocata in Italia, svoltasi a Como3. Ci interessa l’articolo sulla partita. Era la finale del campionato militare di baseball dell’Italia Settentrionale gestito dall’Allied Military Government, fra l’Amg lombarda e quella veneta. Per la storia vinse la Lombardia per 12 a 5. L’articolo presenta quattro foto di quell’incontro, in una di esse, in omaggio alla tradizione americana, è il sindaco di Como che lancia la prima palla in campo dalla tribuna. Chi era il sindaco di Como? Il comunista Armando Marnini, già capo del Cln. locale. Marnini era stato nominato sindaco dal Cln il 28 aprile 1945, tre soli giorni dopo la fine ufficiale del conflitto in Italia. L’Amg attribuì a quella partita una forte valenza di propaganda tanto che il giornale locale Il Popolo Comasco, organo del Comitato di Liberazione Nazionale della Provincia di Como, probabilmente su pressione americana, fece precedere l’incontro da ben tre articoli di presentazione, i loro titoli <<BASEBALL – Domenica allo Stadio Senigaglia s’incontreranno due squadre americane>>(4), <<BASEBALL – Il grande incontro di domani>>(5), <<Baseball – L’eccezionale incontro d’oggi allo Stadio Senigaglia>>(6). Il 24 luglio venne poi pubblicato un articolo con il resoconto della partita <<BASEBALL – Gli americani della “Lombardia” battono i “Veneti” 12-5>>(7). Che l’ispirazione fosse americana ce lo conferma il primo di quegli articoli dedicato quasi totalmente ad una ampia spiegazione delle regole del gioco, regole che ben pochi italiani potevano conoscere con quel dettaglio. Venne anche organizzata una parata. Partendo da Piazza Duomo, nel centro cittadino, si diresse allo stadio. Due vigili urbani a cavallo aprivano il corteo seguiti da una banda che eseguiva marcette militari, i cui spartiti erano stati fatti giungere per via area da Roma, seguivano venti jeep con a bordo i giocatori nella divisa delle due squadre. Nella giornata precedente un aereo aveva lanciato sulla città e sui paesi circostanti manifestini annuncianti la partita. E’ chiaro che un apparato organizzativo del genere non poteva che essere americano. Non è azzardato pensare che affidare il simbolico gesto del lancio della prima palla ad un comunista poteva essere un tentativo di acquisire le simpatie dei comunisti italiani e del sindaco comunista, che già comunque si era espresso positivamente nei confronti degli alleati.

Da notare che erano presenti alla partita Charles Poletti, Governatore della Lombardia, e il Governatore di Como Arnold che sarebbero stati certamente più titolati ad effettuare il lancio inaugurale.
L’Amministrazione Militare Alleata continuò nell’immediato dopoguerra ad utilizzare il baseball e il softball come strumento di propaganda nei confronti dell’Italia allo scopo di conquistare sempre di più la popolazione alla causa occidentale. A Roma la Croce Rossa Americana nel 1946 fornì gratuitamente una grandissima quantità di attrezzi per quei giochi a Guido Graziani dell’Ymca che, distribuendoli fra i giovani sia romani che di altre città d’Italia, riuscì ad organizzare nel giro di un paio di anni circa un centinaio di squadre. A Roma, per rendere ancora più palese agli italiani questo atteggiamento, l’Amministrazione Alleata organizzava regolarmente partite fra il suo personale e squadre di cittadini romani. In una bacheca esposta al pubblico nei locali del Foro Italico, dove tale Amministrazione aveva sede, affiggeva un foglio sul quale era indicata la formazione americana disponibile per la disputa di una partita e sul quale una squadra di italiani si poteva prenotare per l’incontro. Che non fosse una partita giocata per divertimento nelle ore di libertà bensì per una precisa disposizione delle autorità di occupazione era denunciata dal fatto che le partite venivano disputate in orario di servizio del personale americano e lo stesso, che nelle partita disputate fra militari indossava divise da gioco, indossava invece gli indumenti con i quali prestava il suo quotidiano lavoro. Testimoni dell’epoca raccontano che trattandosi di partite imposte dall’amministrazione ai suoi dipendenti non li si vedeva particolarmente contenti di disputarli. Non mancarono neppure partite “ufficiali” fra rappresentative americane ed italiane alle quali assistettero migliaia di persone. In quei primi anni anche grazie a questo tipo di propaganda il baseball si diffuse in Italia e l’America, che ormai non era più presente con le sue forze di occupazione, continuò a sostenere questo sport, evidentemente per scopi politici, tanto che per sua diretta iniziativa il Dipartimento di Stato americano invitò nel 1953 Giulio Glorioso, il campione italiano dell’epoca, in America allo spring training della squadra professionistica degli Indians. Ripetendo poi l’anno successivo lo stesso invito a Franco Tavoni di Bologna e Angelo Rizzo di Roma che si recarono agli spring training dei Senators, altra squadra professionistica americana.


L’autore desidera ringraziare la dott.ssa Patrizia Di Giuseppe, direttrice dell’Istituto di Storia Contemporanea “Pier Amato Perretta” di Como per il prezioso lavoro di ricerca svolto presso l’archivio dell’Istituto e l’emeroteca della Biblioteca Comunale di Como.


NOTE
1) Cos’è il baseball e come si gioca, in “Nuovo Mondo”, 4 settembre 1945
2) G. Di Capua, Il biennio Cruciale (luglio 1943/giugno 1945) L’Italia di Charles Poletti, Rubbettino Editore 2005, p. 387
3) Baseball Sport nazionale americano, in “Nuovo Mondo”, 4 settembre 1945
4) Baseball – Domenica allo stadio Senigaglia s’incontreranno due squadre americane, in “ IL POPOLO COMASCO – Organo del Comitato di Liberazione Nazionale della Provincia di Como”, 20 luglio 1945
5) Baseball – Il grande incontro di domani, in “IL POPOLO COMASCO – Organo del Comitato di Liberazione Nazionale della Provincia di Como”, 21 luglio 1945
6) Baseball – L’eccezionale incontro d’oggi allo stadio Senigaglia, in “IL POPOLO COMASCO – Organo del Comitato di Liberazione Nazionale della Provincia di Como”, 22 luglio 1945
7) Baseball – Gli americani della “Lombardia” battono i veneti 12-5, in “IL POPOLO COMASCO – Organo del Comitato di Liberazione Nazionale della Provincia di Como”, 24 luglio 1945