Il "Manifesto" tra dissenso e disciplina di partito

Il "Manifesto" tra dissenso e disciplina di partito all'Istituto di Storia Contemporanea

LibroIncontriCon la presentazione del volume di Antonio Lenzi dedicato alla vicenda politica che vide la formazione del gruppo del "Manifesto" è proseguito venerdì 5 aprile il ciclo di "incontri con il libro" organizzati dall'Istituto di Storia Contemporanea "Pier Amato Perretta" presso la propria biblioteca.

Introdotto da Giuseppe Rigamonti, Antonio Lenzi ha presentato la propria ricerca sulla nascita del "Manifesto" (Il Manifesto tra dissenso e disciplina di partito. Origine e sviluppo di un gruppo politico nel Pci, 288 pagine, edizioni Città del Sole) che comporta l'approfondimento di tutte le dinamiche politiche degli anni Sessanta: dalla costituzione dei primi governi di centro sinistra, all'emergere del movimento studentesco culminato con il "Sessantotto", alle lotte operaie culminate con il cosiddetto "Autunno caldo" e la formazione dei gruppi e movimenti della "Nuova sinistra". Grazie a un approfondito lavoro sui documenti d'archivio, il volume propone una ricostruzione originale e ricca di sfaccettature dei complessi avvenimenti che portarono all'emergere di un forte dissenso all'interno del Partito Comunista Italiano: una ricostruzione che va al di là delle semplificatorie e consolatorie versioni spesso proposte dagli stessi protagonisti sull'uno e sull'altro versante della contesa politica. Secondo Lenzi, il centro politico dello scontro che portò all'espulsione del gruppo del Manifesto dal Pci fu quello relativo alla dialettica politica all'interno del partito (con la "legittimità" o meno non tanto del dissenso ideologico - cosa che, nonostante certe rigidità - non venne mai messa in discussione -, quanto dell'azione politica intorno agli elementi critici) e non - come più volte ripetuto - quello al giudizio sull'Unione Sovietica (anche se, ovviamente, fra i fatti scatenanti della polemica ci fu anche l'invasione sovietica della Cecoslovacchia).

Con una notevolissima vivacità narrativa, Antonio Lenzi ha ricostruito nell'incontro alcuni punti centrali di questa complessa vicenda, tratteggiando anche i diversi ruoli dei tanti protagonisti: non solo le personalità del Manifesto (Rossana Rossanda, Lucio Magri, Luciana Castellina, Valentino Parlato, Luigi Pintor, tra gli altri), ma anche quelle del Pci (Pietro Ingrao, Enrico Berlinguer, Alessandro Natta, fino ai giovani - allora - Massimo D'Alema e Fabio Mussi). Ha anche approfondito i rapporti non di corrispondenza biunivoca tra gruppo politico e iniziativa editoriale (rivista prima, quotidiano poi), mettendo in evidenza anche le differenze di pratica politica all'interno del movimento. Ha dimostrato così come una ricerca di grande rigore possa diventare materia viva di dibattito politico e di narrazione (anche locale).

Il fatto che Antonio Lenzi stia lavorando adesso, per il dottorato di ricerca, a uno studio sulla sinistra extraparlamentare degli anni Settanta, ha suscitato molto interesse tra i presenti.

(da Ecoinformazioni, 9 aprile 2013)


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