15.10.2001

VITTIME DEL NAZISMO
Guerra scaccia guerra 

GUIDO AMBROSINO

Tra i guasti collaterali della crociata del "mondo civile" contro il terrorismo c'è l'amputazione delle nostre capacità percettive. Le macerie delle "Torri gemelle" di New York hanno sepolto sotto di sé anche pezzi di memoria. Un paio di problemucci affliggevano il pianeta già prima dell'11 settembre 2001, ma non li vediamo più. Né li vedono i media.

Capita che, per la smania di provocare nuovi danni con la terza guerra mondiale, non ci si accorga che non sono ancora stati indennizzati quelli della seconda. Accade che il cancelliere Schröder parli di una "nuova responsabilità" per la Germania, che ora le imporrebbe di non sottrarsi a raids militari "in difesa della libertà e dei diritti umani", se gli Usa lo chiedessero. E dimentichi l'impegno assunto solo 14 mesi fa da tutto il parlamento tedesco - quindi anche dal suo partito socialdemocratico - di rifinanziare la legge sui rimborsi alle vittime del lavoro coatto, qualora si fossero profilate differenze di trattamento tra i sopravvissuti a seconda del paese di residenza.

Il ministro delle finanze Eichel ha subito trovato tre miliardi di marchi per rafforzare la "sicurezza" del paese, con stanziamenti supplementari per la Bundeswehr, la polizia di frontiera e i servizi di intelligence. Ma per i soldati italiani catturati dopo l'8 settembre del 1943, e trattati come schiavi, non c'è un centesimo.

In questi tempi di crociata capita anche che la fondazione istituita per distribuire i dieci miliardi di marchi raggranellati nel 2000 per i sopravvissuti al lavoro coatto, intitolata "memoria, responsabilità e futuro", si dichiari irresponsabile per le sorti degli internati militari italiani: "Scusateci, non eravate previsti nei nostri plafonds". E rifiuti di ricevere due di loro, Raimondo Finati e Michele Montagano.

Per la Frankfurter Rundschau l'indecente discriminazione subita dagli Imi merita la prima pagina. Ma i giornali di casa nostra, tutti presi dalla nuova guerra, tacciono stoicamente per non disturbare il nuovo asse atlantico. Sebbene l'agenzia Ansa abbia inviato un dispaccio di cinquanta righe sulla conferenza stampa tenuta il 9 ottobre a Berlino da una delegazione di ex internati, la stampa italiana non ha trovato spazio per questo fastidioso strascico del passato.

E il nostro governo? Venuto recentemente a Berlino, Silvio Berlusconi ha sproloquiato sulla superiorità della civiltà occidentale su quella islamica: sugli Imi non ha speso una parola.

Finati e Montagano, reduci dai peggiori "campi di punizione" per gli ufficiali italiani che rifiutavano di collaborare coi nazisti, hanno ancora una speranza: forse della sorte dei loro compagni parlerà il presidente Ciampi, quando verrà a Berlino a novembre. Conoscendolo è verosimile che lo faccia. Ma i nostri media se ne accorgeranno? 

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