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Trenta anni di storia

L'Istituto di storia contemporanea "Pier Amato Perretta" ha da poco passato il traguardo dei trent'anni di attività: nacque infatti alla fine del 1977 dall'entusiasmo di Giusto Perretta, recentemente scomparso, e dal comune impegno della compagine democratica e antifascista comasca, al di là delle contingenti lotte politiche dell'epoca. Grazie all'impulso di Perretta si riunì, presso i locali dell'Anpi, allora in via Vittorio Emanuele II, un gruppo di amici di varia appartenenza politica, legati alle vicende della Resistenza comasca, che diede vita all'Istituto per la storia del movimento di liberazione. Sin dalla nascita l'associazione aderì alla rete dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione (Insmli), che, fondato nel 1949 da Ferruccio Parri, negli anni Settanta vide fiorire una sessantina di strutture consimili in tutta Italia.

Grazie all'allora sindaco di Como, Antonio Spallino, venne concessa una prima sede, in via XX settembre, dove si cominciarono a raccogliere i materiali recuperati. Rapidamente, comunque, essa si rivelò insufficiente, data la mole della documentazione, e venne quindi abbandonata per l'attuale sistemazione in via Brambilla.

L'associazione si propone «di assicurare la più completa ed ordinata documentazione sulla storia comasca dall'unità d'Italia, nei suoi aspetti sociali, politici, economici e culturali, entro il quadro complessivo della storia contemporanea con particolare riferimento all'antifascismo, alla Resistenza, alla deportazione e internamento, alla cooperazione, al movimento sindacale, ai partiti politici, agli enti locali, alle forze economiche e produttive ed ai rapporti di solidarietà fra i popoli» (art. 2 dello Statuto), per «ricercare, raccogliere, conservare e mettere a disposizione degli studiosi, ogni genere di documentazione riguardante i temi sopra indicati; pubblicare notizie, studi e informazioni sullo stato delle ricerche e delle nuove acquisizioni; promuovere conferenze, corsi di aggiornamento e acquisire materiale per la didattica della storia, particolarmente rivolti al mondo della scuola; organizzare convegni, mostre, incontri ed ogni altra attività in collaborazione con Istituzioni pubbliche e private; diffondere la conoscenza dei problemi attuali di particolare rilevanza sociale e concorrere a qualunque iniziativa per il loro studio» (art. 3).

Tutte queste attività sono svolte cercando la cooperazione e il coinvolgimento dei soggetti e degli enti presenti sul territorio, tanto da ospitare nel seno del proprio Consiglio direttivo rappresentanti delle amministrazioni provinciale e comunale di Como, di organizzazioni sindacali, del movimento cooperativo, delle associazioni partigiane, dei Combattenti e reduci, dei Perseguitati politici antifascisti, dell'Archivio di Stato di Como e di altre associazioni o enti rappresentativi del mondo economico, come indicato nell'art. 8.

Per la realizzazione dei suoi obiettivi, l'Istituto ha sempre lavorato su molteplici piani.

Uno è quello della ricerca e conservazione di fondi archivistici. Un patrimonio nato innanzitutto dalla passione di Perretta che ha raccolto i primi materiali sulla storia del movimento di liberazione - tra cui gli incartamenti riguardanti suo padre Pier Amato, magistrato antifascista ucciso durante la Resistenza - e sulla cooperazione (comasca e non solo), raccolti nel corso della sua lunga attività professionale all'interno di Legacoop. Materiali che si sono incrementati con l'acquisizione dei fondi Dante Severin, importante storico locale, e dei professori universitari Franco Catalano e Gianfranco Bianchi, oltre che di privati.

Grazie al contributo di Giacomo Casati, sindacalista comasco vicino a Battista Tettamanti, si costituì poi il primo nucleo della biblioteca dell'Istituto. L'istituzione fu incrementata dalle elargizioni dei due docenti universitari già citati e da una costante politica di acquisti, indirizzata ad approfondire i diversi aspetti della ricerca storica dal Risorgimento alla contemporaneità, con attenzione specifica alla cooperazione, al mutualismo, alle formazioni politiche e sindacali, alle vicende del fascismo, dell'antifascismo e della lotta di liberazione, nonché della deportazione, dell'internamento e della prigionia e -più in generale- della prima e della seconda guerra mondiale.

Alla biblioteca si affiancarono un'emeroteca, una fototeca, una nastroteca di documenti realizzati dall'istituto stesso (oggi per la conservazione trasferiti su Cd), e una videoteca con testimonianze e video interviste raccolte nel corso degli anni.

A questa attività si aggiunse la produzione editoriale, che ha raggiunto una quarantina di volumi con la collana "Società e storia contemporanea" e con altre pubblicazioni.

Forte è l'attenzione alle nuove generazioni, alla didattica e alla trasmissione dei valori fondanti della carta costituzionale. Sono costanti i rapporti con le scuole della provincia alle quali vengono offerti percorsi culturali sulle date del calendario civile repubblicano, dal 25 aprile al 4 novembre, eventualmente arricchiti con l'allestimento di mostre. Inoltre, per i docenti vengono organizzati corsi di aggiornamento.

La proposta culturale si articola costantemente anche in convegni, seminari e conferenze, a Como e in tutto il territorio provinciale, nonché nella partecipazione a molte iniziative nazionali e internazionali.

Le attività si sviluppano, grazie a un costante lavoro di volontariato culturale, con il sostegno, dal 1982, di insegnanti comandati dal Ministero della pubblica istruzione (esplicito riconoscimento del ruolo svolto da tutta la rete Insmli nell'opera di conservazione, ricerca e educazione civile); dal 1987 è comandato Valter Merazzi ora anche direttore.

Nel 1984 venne inaugurato a Como, su stimolo di Giusto Perretta, alla presenza del presidente della repubblica Sandro Pertini, il Monumento alla resistenza europea, concepito per ricordare non un episodio o uno specifico movimento, bensì l'intera esperienza di un continente che ha rigettato fascismo e nazismo. L'alto valore simbolico e ideale di quest'opera è sottolineata dal fatto che l'Istituto comasco ne ha fatto il proprio logo.

Il riconoscimento dell'ampiezza degli interessi e degli impegni dell'associazione si concretizzò nel cambio di denominazione, analogamente a ciò che si è verificato nella rete Insmli; l'Istituto comasco è diventato così Istituto di Storia Contemporanea intitolato a Pier Amato Perretta, per ribadire il legame ideale e la continuità con i valori del movimento di liberazione.

Una nuova strada fu aperta infine con la presidenza di Ricciotti Lazzero, ricercatore e storico, il quale introdusse nuovi interessi e temi di ricerca che travalicarono l'ambito locale, portando l'Istituto Perretta alla ribalta dell'attenzione nazionale e non solo: la ricerca sulla scuola elementare fascista e la questione degli "Schiavi di Hitler". Soprattutto quest'ultimo ambito crebbe in modo esponenziale per importanza e vide l'associazione in prima linea nel fornire informazioni e aiuto per le richieste di indennizzi e riconoscimenti da parte degli ex deportati nella Germania nazista.

Questo campo di ricerca acquisì sempre maggiore interesse portando alla nascita, all'interno dell'Istituto, di una struttura dedicata: il Centro di ricerca "Schiavi di Hitler", punto di riferimento di carattere internazionale, cui il Comune di Cernobbio concesse gli spazi dove sono oggi ospitati una biblioteca e un archivio specializzato. L'ultimo impegno, in ordine di tempo, è la compilazione delle domande per la medaglia d'onore, conferita a un primo gruppo di ex deportati solo nel gennaio del 2009.

L'Istituto Perretta, nonostante le difficoltà di garantirsi risorse economiche sufficienti e continuative, cerca, tuttavia, di offrire risposte e proposte culturali al di là delle ristrette visioni e dell'uso politico della storia, impegnandosi ad essere stimolo per lo sviluppo e l'approfondimento della ricerca storica sul territorio in tutti gli ambiti.